02/12/2020
Che cosa resterà di questo sventurato 2020?
Resterà che l’Arena non si è arresa, anzi si è fatta protagonista di un racconto nuovo, inatteso.
L’Arena interrotta di maggio, a lockdown appena finito, con abbaglianti raggi di luce e un riverbero tricolore ad illuminare in Eurovisione la notte di Diodato.
L’Arena in pieno sole del 2 giugno, con Vittorio Grigolo a cantare nel vuoto l’Inno d’Italia, come primo sussulto di rinascita.
Poi, a completare il trittico di chiarore e coraggio, l’Arena dell’eclissi di inizio estate, con Benny Benassi, Dardust e Agron Hoti in azione di giorno e di notte, tra ipnotiche melodie techno e pittura astratta.
Dopo l’incanto del Festival d’Estate, la settimana della musica, con i suoi 126 artisti ad affermare orgogliosamente la forza di Verona e dell’Arena come centri d’arte, il Power Hits Estate e Arena Agorà per il Festival della Bellezza.
Il live all’Arena, in un’Italia paralizzata dal Covid, ha marcato il 2020 e lo ha reso già storia.
Una storia che vale la pena raccontare.
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