Festival della Bellezza, l’Arena come un’agorà

L’Arena trasformata in un’agorà per il Festival della Bellezza: tutte le foto dell’edizione 2020.

Uno scrittore per aprire, un trio inedito a chiudere: l’«eterno ragazzo» Gianni Morandi con Michele Serra e l’attore Alessio Boni. Il Festival della Bellezza all’Arena di Verona è stato dedicato alla memoria di Philippe Daverio, che in quest’edizione – organizzata come sempre da Idem – avrebbe dovuto raccontare la Vienna di Klimt e Schiele. Ad aprire, Alessandro Baricco con la lectio “Sul tempo e sull’amore”, in un’Arena che l’ha accolto come un’agorà, con il pubblico tutto intorno e il palco al centro. Lo scrittore torinese è tornato poi all’Anfiteatro con Gloria Campaner e l’Orchestra Canova per rileggere e spiegare alcune celebri composizioni di Beethoven.

Seguendo il tema dell’edizione 2020, «Eros e bellezza», l’Arena ha ospitato anche lo psicanalista e scrittore Massimo Recalcati in «Un sogno chiamato desiderio», il filosofo e autore Umberto Galimberti in «Tà Erotikà, in dialogo con Platone sulle cose dell’amore» e il filosofo e politico Massimo Cacciari in «Philo-sophia e Eros-sophia» («Due sono i modi di amare: unificandosi all’amato, diventando uno; e diventare simile all’amato, con un movimento di approssimazione; una prossimità nella differenza. Per entrambi i modi serve la potenza di eros»).

Nella sezione dedicata alla musica e alla canzone, il Festival ha presentato il racconto in musica di Mogol, storico autore di Lucio Battisti («Lucio era un genio, certo, ma ha lavorato tantissimo e ha perfezionato il suo talento in migliaia di ore di pratica – e il talento ce l’abbiamo tutti»). Successo poi, per il concerto di Edoardo Bennato diviso in varie parti: un’intro con il Quartetto Flegreo, una sezione acustica, con Edo «one man band» a chitarra, kazoo e grancassa; una manciata di canzoni rock blues con la band elettrica («Abbiate dubbi, gente: io non ho mai avuto dubbi su una cosa sola, il rock’n’roll»), l’intervento di un soprano, Maria Chiara Chizzoni; e poi ancora una chiusura rock con Morgan, ospite a sorpresa, che è salito sul palco il giorno dopo con Vittorio Sgarbi per una serata dedicata a ricordi e poesie (struggente il critico d’arte quando ricorda i genitori; lirico il cantautore milanese quando evoca l’incontro con Carmelo Bene). Per la sera di «piano solo» di Stefano Bollani, il musicista-performer di «Quer bom» ha tracciato percorsi originali tra jazz, pop, bossa nova, Jesus Christ Superstar e soul music, da Jobim a Stevie Wonder, da James Brown a Fabio Concato, prima del «megamix» finale in cui ha unito – come solo lui sa fare – Gershwin, Paolo Conte, Vinicio Capossela, «Jeeg Robot», Renato Zero, Heidi, «Estate», «A banda» e… «L’uselin de la comare».

L’appuntamento «sold out» più sorprendente, quello con Federico Buffa e Flavio Tranquillo: oltre 3800 presenti in Arena, rapiti dalle due voci dei giornalisti sportivi, impegnati a evocare l’epopea di Michael Jordan, sulla scia di «The last dance», la docu-serie tv dedicata alla superstar dei Chicago Bulls. Due voci, due palloni da basket, due poltroncine: quando c’è il fascino di una storia unica e il talento di due narratori d’eccezione, non c’è bisogno di altro.

Due gli attori, soli sul palco del Festival della Bellezza, a raccontare l’amore e l’eros; ironico e leggero Gioele Dix; il più drammatico e appassionato Alessio Boni. E proprio quest’ultimo si è ritrovato, dopo l’appuntamento pomeridiano, come ospite speciale della serata di Gianni Morandi con Michele Serra. Tra canzoni e ricordi (dal piccolo cinema di Monghidoro ai concerti con Lucio Dalla e all’amicizia con Celentano, dalla costruzione dell’Autostrada del Sole alla conduzione del Festival di Sanremo), è passato davanti al pubblico dell’Arena mezzo secolo di storia d’Italia, raccontata dalle parole di Gianni e Michele, con gli interventi poetici di Alessio.